
“La Masseria delle Allodole” è la storia vera di una famiglia armena, che conduce una vita agiata e serena nella Turchia del primo ‘900, proprio attorno alla “masseria” cosiddetta “delle allodole”: sarà qui che avrà inizio il violento eccidio dei maschi della famiglia, e anche il lento pellegrinaggio verso la morte delle donne e dei bambini, oggetto della persecuzione diventata sistematica da parte dei Turchi.
Tutto è narrato attraverso lo sguardo sofferto di Antonia, la bambina che ha potuto solo attraverso i racconti conoscere quanto la sua famiglia di origine aveva subito e vissuto nei decenni precedenti. E’ proprio tale rilettura che porta i fatti ad essere come trasfigurati, avvolti in una aria di sogno fantastico e talora di incubo allucinato, soprattutto nella seconda parte del romanzo.
La storia degli armeni è complessa…
Sì, minoranza cristiana in terra turca, una volta salito al potere il partito dei Giovani Turchi che intendeva dare alla Turchia una forte omologazione religiosa e culturale in senso islamico, sono stati quasi improvvisamente allontanati dalle loro abitazioni. I maschi uccisi e le donne e i bambini deportati verso improbabili luoghi di raccolta. Più che altro verso il deserto e verso la morte per fame, per malattia e sotto i colpi e la violenza dei soldati che li “accompagnavano” nel viaggio mortale. Fu il primo genocidio del secolo, 1 milione e mezzo di morti.
Che cosa si propone l’Autrice?
L’Autrice, che da bambina ha potuto cogliere dallo zio i frammenti di una felicità perduta e di una storia dolorosa, intende non dimenticare: non dimenticare anzitutto una cultura, così ricca e preziosa come quella armena; poi non dimenticare un passato felice, in cui la sua gente godeva di rispetto, aveva una posizione e una cultura elevata, gioiva della fecondità di famiglie numerose e gaie. Infine non dimenticare la modalità crudele e disumana con cui questo, come gli altri genocidi, si è consumato. Nel silenzio impotente di chi vedeva, nel silenzio affamato di chi moriva nel cammino, nei tentativi disperati di chi cercava di aiutare…
I protagonisti chi sono?
Nella prima parte c’è un personaggio dominante, lo zio Sempad, di cui si descrive il carattere vitale e di cui si racconta la vicenda fino all’epilogo. Nella seconda parte invece protagonista è una donna, Shushanig, la moglie di Sempad. Il libro è in realtà una storia di donne, di eroine: è infatti grazie al loro disperato attaccamento alla vita e soprattutto alla vita di coloro che amano, che riescono a condurre qualcuno vivo al termine del viaggio. In particolare va sottolineato l’atto eroico di Azniv, la zia, sorella di Sempad, che in ultimo, comprendendo che tutto è perduto, si offre vittima di una situazione per lei già gravemente compromessa. Sono le donne ad aver portato in salvo l’Armenia: le uniche non uccise subito a colpi di sciabola, ma uccise dentro da stupri e fame, eppure costantemente coraggiose.
Mi piace suggerire una pagina che riguarda il misterioso legame che si mantiene tra Sempad e sua moglie anche quando lui è già morto da tempo, e in modo così violento. Sono pagine estremamente dolci e dolorose insieme.... pp. 153-154.
Invio al link della radio:
www.radiovoce.it
nel podcast relativo a La Buona Novella "Letture per lo spirito" potrete ascoltare l'intervista e la lettura delle pagine suggerite...
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