In sintesi:
È possibile che oltre ai quattro vangeli canonici e ai tanti apocrifi noti esista un Quinto Evangelo, che attraversa la storia restando nascosto ai più, affiorando improvvisamente quando l'umanità ne ha bisogno, sconvolgendo la vita di coloro che lo incontrano e rendendoli testimoni-martiri del Vangelo nel loro tempo?
È questo l'enigma in cui si imbatte lo scettico Peter Bergin, attraverso gli scritti di un prete, rinvenuti casualmente in una canonica disabitata.
La curiosità iniziale diventa passione: Bergin, con pochi collaboratori 'contagiati' da lui com'egli stesso era stato contagiato dalle carte del prete sconosciuto, dedica tutta la vita alla caccia del Quinto Evangelo, seguendone instancabile le tracce di documento in documento e di epoca in epoca.
Il romanzo però non è costituito dalla narrazione di questa ricerca, bensì dal dossier conclusivo che Bergin, prossimo alla morte, trasmette alla Pontificia Commissione biblica.
Ogni fascicolo/capitolo narra un 'affioramento' del Quinto Vangelo nel corso della storia: un crescendo drammatico e commovente di vicende di persone che si sono lasciate afferrare dal Vangelo, pronte a pagarne il prezzo.
La tensione culmina nell'ultimo allegato, il dramma sacro 'Il Quinto Evangelista' ambientato nella Germania nazista: un racconto nel racconto, opera dello stesso Bergin e rinvenuto postumo tra le sue carte, ultima testimonianza di una vita dedicata alla ricerca del Vangelo oltre i Vangeli.
Commento:
Chiariamo subito: se pensate a Dan Brown... be', qui siamo su un altro pianeta! Pomilio indaga con ammirevole profondità il tema della dialettica tra Scrittura e Storia, tra i quattro Vangeli-libri e il Vangelo, tra la definitività della Rivelazione e la sua intramontabile attualità, l'infinita capacità di rinnovare il mondo e i cuori. Appassionante, sorprendente, illuminante. 5 stelle.
Citazioni: (dalla II edizione Tascabili Bompiani 2006)
"... Il quinto vangelo in quanto metafora dei quattro Vangeli canonici perpetuamente rinnovati dal loro impatto con la Storia, ovvero di quella delega permanente della Parola in virtù della quale ciascuna generazione sembra come in attesa di un supplemento di Rivelazione e non soltanto rilegge diversamente i Vangeli ma, dal modo in cui ne adotta e ne esplica il messaggio, è come se a sua volta scrivesse un suo vangelo."
(Introduzione, pag. xii)
"Si dice che all'interno dei quattro vangeli noti è come se ce ne fosse uno ancora sconosciuto. Ma ogni volta che la fede accenna a rifiorire, è segno che qualcuno ha intravisto quel vangelo."
(pag. 86)
"Una volta un dottore incontrò il Cristo Gesù: 'Signore, io so bene che tu fosti il Messia e quel che pronunziasti è pieno di sapienza. Ma come può essere che un sol libro basti in eterno a tanta gente?'. Gli rispose Gesù: 'Egli è vero quel che dici. Ma tu non sai che il popol mio lo riscrive ogni dì'"
(pag. 87)
"Un uomo andava pellegrino cercando il quinto evangelio. Lo venne a sapere un santo vescovo e, per l'affetto di averlo veduto vecchio e stanco, gli mandò a dire queste parole: 'Procura d'incontrare il Cristo e avrai trovato il quinto evangelio'"
(pag. 323)
"La tradizione cristiana in fondo cos'altro è se non un lungo apocrifo, un andare cercando il Vangelo dei Vangeli?"
(pag. 347)
"... l'aspettativa quasi d'un altro libro che finisca quello che gli altri hanno lasciato incompiuto. E in pratica, mentalmente, lo veniamo scrivendo: ogni nuova domanda che ci poniamo intorno al Cristo che altro è, in definitiva, se non una pagina di quel libro?"
(pag. 349)
Per approfondire:
Recensione di Marina Monego, con altri collegamenti.